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lunedì 26 settembre 2016

Terra Madre Salone del Gusto 2016

Sito
Anche quest’anno Torino dal 22 al 26 settembre ospita Terra Madre Salone del Gusto. In occasione del ventesimo compleanno la manifestazione non si svolge nel consueto polo fieristico ma in alcuni dei luoghi più belli e importanti della città.

Il cuore dell’appuntamento è al Parco del Valentino con espositori nazionali ed internazionali. Piazza Castello, Palazzo Reale, via Roma, piazza San Carlo, piazzale Valdo Fusi e la Reggia di Venaria ospitano i restanti espositori. Il centro cittadino è comunque quasi totalmente coinvolto.

Protagonisti indiscussi tutti coloro che coltivano e producono il cibo che arriva sulle nostre tavole assumendosi una considerevole responsabilità. Quale occasione migliore quindi per scoprire i metodi di produzione ed assaggiare e conoscere ottimi cibi?

Il 2016 festeggia anche i trent’anni della nascita in Italia di Slow Food, organizzatrice di questa manifestazione.

A mio avviso, l’aver portato Terra Madre Salone del Gusto per le piazze, parchi e vie cittadine è stata un’ottima iniziativa. Innanzi tutto non si paga un biglietto d’ingresso, cifra che si può investire in acquisti o degustazioni, è più coinvolgente e permette a chi arriva da fuori di conoscere ed apprezzare anche la città.

Un potenziamento delle linee di trasporto pubblico ed un servizio navetta gratuito in partenza da punti strategici permettono un agevole afflusso dei visitatori alla manifestazione.

Potrebbe sembrare riduttivo l’orario degli espositori in alcuni siti, 10 – 19, ma pensandoci bene si capisce che è stato pensato per dare la possibilità a chi viene da fuori Torino di dedicarsi anche alla visita della città, per concedere agli espositori un po’ di riposo, e ovviamente per motivi di sicurezza e sorveglianza. Rimangono comunque alcuni punti aperti fino a mezzanotte, l’enoteca a Palazzo Reale e piazza Castello con il cibo da strada.

Parco del Valentino

Piazza San Carlo

(1) Il più antico formaggio

(5)Colatura di alici

(2) Cipolla paglina

(11) "Fiore Sardo" - il Re dei formaggi


Curioso di cibo e novità per me Terra Madre è un occasione da non perdere, purtroppo per approfondire come vorrei la conoscenza di tutti gli stand, poiché tutti sono degni di attenzione, cinque giorni non sono sufficienti. Così mi dedico a quelle che per me sono novità e ad una visita a “vecchi” amici.

Tra le “novità” il formaggio Conciato Romano (1) considerato tra i più antichi formaggi italiani. Presidio Slow Food a dispetto del nome non ha niente a che fare con Roma, ma è un formaggio tipico della Campagna nella provincia di Caserta.

Ha una particolare tecnica di produzione, ottenuto da più tipi di latte mischiati, pressato a mano, dopo 24 ore dalla cagliata viene ricoperto con olio, aglio, peperoncino e aceto. Viene poi messo a stagionare in anfore di terracotta da un minimo di 6 mesi a 2 anni e più.

Altra particolarità la cipolla paglina di Castrofilippo (2) - Agrigento Sicilia - Anch’essa presidio Slow Food – il nome è dovuto dalla colorazione giallo pallido che la distingue. Altre caratteristiche sono la grande pezzatura, l’aroma gradevole e la dolcezza. Ideali per il consumo crudo trovano impiego anche nella gastronomia sotto forma di composte dolci o salate per accompagnare carni e formaggi stagionati.

(3) Stand della Russia con orzo perlato

Prosciutto crudo toscano

(4) Olio aromatizzato dalla Puglia

(3) Stand della Russia

Piazza San Carlo

Palazzo Reale, enoteca

Interessanti e salutari i prodotti proposti dalla cooperativa agricola LAVKALAVKA (3) di Mosca, sale marino aromatizzato ai mirtilli, olio di Camillina Sativa ricco di omega 3 e un olio di semi di senape che abbiamo provato crudo per condire dell’orzo perlato, è risultato ottimo al palato. Tisane e confetture di more artiche ed una confettura di una particolare pigna, che raccolta giovane rimane tenera e si può masticare facilmente, completano l’offerta dello stand Russo. Tutti i prodotti hanno un aspetto curativo.

E a proposito di produzioni di olio, degno di nota l’extravergine dei Mastri Oleari del Frantoio Galantino di Bisceglie (4), che offrono una selezione di oli aromatizzati e non proposti anche in eleganti ceramiche fatte e dipinte a mano. Volendo personalizzabili da abili artigiani.

La colatura di alici di Cetara (5) in provincia di Salerno, non mi è nuova ma è sempre interessante per le diverse preparazioni gastronomiche a cui si presta, o molto semplicemente per condire spaghetti o linguine. Le alici sono pescate esclusivamente nel golfo di Salerno da aprile ad agosto, una volta pulite sono mese sotto sale in contenitori di legno chiamati “terzigni”. Dopo 4/5 mesi il liquido che si forma fuoriesce da un foro praticato sul fondo, viene raccolto e usato come condimento.
(12) Il caro Vincenzo e FISAR

(12) Enoteca

FISAR al lavoro


(10) Biscotto di Ceglie Messapica

Cannoli siciliani

(7) Vino cotto


Stando sempre al sud Italia un eccellenza di Sicilia, l’amaro di arancia rossa amara delle pendici dell’Etna (6), le cui scorze miscelate ad un infuso di erbe aromatiche creano un gusto unico e deciso. Il nome decisamente appropriato, Amara.

Nello spazio espositivo dell’Associazione Produttori Vino Cotto d’Abruzzo (7) assaggiamo il loro prodotto rimanendo increduli dai profumi che si sprigionano dal bicchiere offerto, il gusto poi conferma il grande lavoro che c’è dietro questa produzione. Da un minimo di otto anni di invecchiamento in botti di rovere per la riserva a quindici per la gran riserva. Ma c’è chi parla anche di quarant’anni.
(9) Rosa di radicchio di Gorizia

Il settore EUROPA

(8) Pomodori del Pienollo del Vesuvio


Conserve vegetali dalla Calabria

Piazza Castello

(6) Amara


Nota a molti ma non a tutti la Salsiccia di Bra in provincia di Cuneo, prodotto tradizionale della salumeria braidese. Un tempo veniva preparata solo con carne bovina. In quanto nella vicina Cherasco esisteva una forte comunità ebraica che approvvigionandosi a Bra esigeva insaccati privi di carne suina. Questa tradizione sembra sia stata ufficializzata da un Regio Decreto che autorizzava i macellai di Bra a confezionare salsicce di bovino. Caso unico in Italia poiché all’epoca la produzione di salsicce di carne bovina era vietata. Alla salsiccia oggi vengono aggiunte piccole parti di grasso suino, non avendo bisogno di stagionatura viene consumata fresca.

I pomodorini di Pienollo (8) alle pendici del Vesuvio fanno bella mostra di se appesi nello stand patenopeo, mentre sul banco le conserve preparate invitano all'acquisto.

Bella da vedere e sicuramente anche da gustare la rosa di radicchio di Gorizia (9) - Friuli Venezia Giulia - questa varietà di radicchio ricorda nell’aspetto e nel colore la rosa rossa. La si può gustare come da tradizione con olio e aceto, con l’aggiunta di uova e ciccioli di maiale. Negli ultimi anni è stata utilizzata da cuochi di tutto il mondo, ampliandone le possibilità di utilizzo. 

Non mancano i dolci, attira la mia attenzione il biscotto di Ceglie (10) - provincia di Brindisi - dove l'igrediente principale è la mandorla. Ciliegie, uova, miele, zucchero, scorza di limone e rosolio di agrumi completano gli ingredienti. 

L’istinto mi guida fino agli stand della Sardegna dove ritrovo con piacere Gianfranco Bussu di Macomer in provincia di Nuoro, - Fiore Sardo dei Pastori Presidio Slow Food - che come sempre con i suoi formaggi biologici fatti rigorosamente con latte crudo, come prevede il disciplinare DOP, e mettendo in pratica antiche tecniche casearie, ad ogni assaggio regalano momenti di intenso piacere alle nostre papille gustative (11).

Doveroso un passaggio all’enoteca dove il sempre attento e professionale Vincenzo Fragomeni della FISAR ci guida alla prima degustazione, un vino rosso toscano “Petra 2013” davvero ottimo! Mi incuriosisce un vino sardo Metodo Classico Brut “Quartomoro di Sardegna” da ricordare… Concludiamo con un Vin Santo del 2003 che ci regala una lunga e piacevole persistenza in bocca quasi accompagnandoci fino a casa (12).

Come supponevo le giornate a disposizione per visitare tutti non sono state sufficienti. Comunque soddisfatti e sazi fisicamente ma con ancora il desiderio di nutrirci di novità, sulla strada del rientro pensiamo già a cosa ci potrebbe offrire la prossima edizione. Nel frattempo portiamo nel nostro cuore questa bella esperienza che ci ha arrichito di nuove amicizie consapevolezza e conoscenza.

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