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agli amici sardi e particolarmente
Marco Loi e Roberto Pusole
Quando siamo in giro per sagre e feste riguardanti la gastronomia italiana, ho notato che i vini proposti (in abbinamento alle preparazioni gastronomiche offerte) sono rigorosamente regionali o al massimo provenienti dalle regioni confinanti. Questo è più che nornale e legittimo trovandoci in fiere che promuovono il prodotto locale. Mentre nelle manifestazioni a livello nazionale tipo Slow Food, la carta dei vini propone bianchi, rossi, rosè, vini dolci e "bollicine" provenienti da tutta Italia.
Sfogliando la carta dei vini dell'ultima edizione di Terra Madre 2016 apprendo con piacere che sono proposte in degustazione oltre 800 etichette italiane, ma è con rammarico che mi accorgo che i vini sardi sono poco presenti. Eppure la Sardegna vanta una tradizione vitivinicola millenaria e ad oggi si contano ben 19 D.O.C., un D.O.C.G. e numerosi I.G.T. (fonte Wikipedia).
Parlando con chi ha visitato la Sardegna mi viene spontaneo chiedere cosa ha apprezzato di più dell'isola. Si finisce col parlare di spiagge, mare, sole e per quanto riguarda l'offerta enologica ricordano con entusiasmo il Cannonau ed il Vermentino. E gli altri vini? Non vengono presi in considerazione o non vengono proposti.