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sabato 11 febbraio 2017

La Sardegna e i suoi vini | Сардиния и её вина

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Russian
Dedico questo articolo
agli amici sardi e particolarmente
Marco Loi e Roberto Pusole

Uno dei miei primi post pubblicati su F.B. riguardava proprio un vino sardo, ricordo che riscosse un buon numero di "mi piace" messi da estimatori di questo prodotto.

Quando siamo in giro per sagre e feste riguardanti la gastronomia italiana, ho notato che i vini proposti (in abbinamento alle preparazioni gastronomiche offerte) sono rigorosamente regionali o al massimo provenienti dalle regioni confinanti. Questo è più che nornale e legittimo trovandoci in fiere che promuovono il prodotto locale. Mentre nelle manifestazioni a livello nazionale tipo Slow Food, la carta dei vini propone bianchi, rossi, rosè, vini dolci e "bollicine" provenienti da tutta Italia.

Sfogliando la carta dei vini dell'ultima edizione di Terra Madre 2016 apprendo con piacere che sono proposte in degustazione oltre 800 etichette italiane, ma è con rammarico che mi accorgo che i vini sardi sono poco presenti. Eppure la Sardegna vanta una tradizione vitivinicola millenaria e ad oggi si contano ben 19 D.O.C., un D.O.C.G. e numerosi I.G.T. (fonte Wikipedia).

Parlando con chi ha visitato la Sardegna mi viene spontaneo chiedere cosa ha apprezzato di più dell'isola. Si finisce col parlare di spiagge, mare, sole e per quanto riguarda l'offerta enologica ricordano con entusiasmo il Cannonau ed il Vermentino. E gli altri vini? Non vengono presi in considerazione o non vengono proposti.

Il mio primo post si riferiva al Nepente di Oliena, conosciutissimo sull'isola e a chi non lo conosce ricordo le parole di Gabriele d'Annunzio "Non conoscete il Nepente d'Oliena neppure per fama? Ahi lasso!..."

Prodotto con uve Cannonau coltivate all'interno del comune di Oliena, è un vino di colore rosso rubino dai riflessi granati, vellutato e corposo. Una lunga e piacevole persistenza in bocca lo caratterizza. Arrosti, formaggi stagionati, piatti dal sapore deciso si abbinano egregiamente a questo rosso.






Angialis
Nepente di Oliena
Cannonau rosè Jerzu prod. famigliare

Altro vino prodotto con uve Cannonau è l'Anghelu Ruju. Liquoroso, rosso granato, ottenuto da uve passite al sole e affinato in botte di rovere per almeno cinque anni. Vino da dessert e da "meditazione" trova abbinamento anche con il cioccolato.

Restando sempre in tema Cannonau impossibile non ricordare la città del vino, Jerzu, dove si producono ottimi vini anche a livello di produzione famigliare. Rimanendo in Ogliastra il Cannonau vinificato in purezza da Roberto Pusole è degno di nota, conosciuto per caso proprio a Jerzu durante una manifestazione enogastronomica e mai più dimenticato. Una visita alla sua azienda agricola a Baunei merita una sosta e non solo per il Cannonau.

Gruppo folkloristico di ballo

Con Roberto Pusole a Jerzu

In visita ad un produttore di Jerzu


Il tipico abito dei Mamuttones

Piscine naturali Google

Gola di Su Gorropu Google


Il Carignano del Sulcis, vino rosso prodotto con uve coltivate nella provincia di Carbonia Iglesias e Cagliari, accompagna formaggi stagionati e secondi di cacciagione. Monica di Sardegna secco o amabile si abbina a formaggi ancora giovani, antipasti di salumi o arrosti non molto impegnativi.

Questi vini ho avuto modo di apprezzarli in occasione di feste, pranzi, ricorrenze o anche solo per curiosità e piacere personale e devo ammettere di non essere rimasto deluso. Insomma tutti vini da provare anche quelli non menzionati, un elenco completo lo potete trovare cliccando qui.

Ma vediamo quali altre poroposte enologiche può offrire la Sardegna:

Tra i vini bianchi a me famigliari il Torbato, leggero, fresco, fruttato ma anche corposo o con le "bollicine" Torbato Brut vino spumante a ferrmentazione naturale. Altro bianco con le bollicine il Quarto Moro di Sardegna, metodo classico brut.

La Vernaccia di Oristano, se non ricodo male la prima D.O.C. della Sardegna, servita fresca è un buon aperitivo, eccellente con i dessert in particolare con i dolci di mandorla, viene anche utilizzata in diverse preparazioni gastronomiche sia di carne che di pesce.

Il Nasco di Cagliari, vino bianco di produzione limitata è ottenuto da uno dei più antichi vitigni sardi, liquoroso o liquoroso riserva si accosta a formaggi piccanti e alla pasticceria. Il nome Nasco deriva dal sardo Nascu cioè muschio, infatti i suoi profumi lo ricordano.

Il Nuragus di Cagliari, bianco secco ottimo a tutto pasto, viene abbinato preferibilmente a piatti di pesce e frutti di mare.

Altro vino da "meditazione" la Malvasia di Bosa, nelle sue varianti è un vino che si abbina molto bene alla pasticceria, in particolare a quella secca. Buon abinamento anche con formaggi stagionati, pensate che questo straordinario vino se correttamente conservato in bottiglia può invecchiare per molte decine di anni.

Per chi lo desidera questi vini si possono acquistare in enoteca o cantine sociali, quando possibile meglio direttamente dal produttore dove otterrete un prezzo migliore e una degustazione prima dell'acquisto. Per chi và a colpo sicuro conoscendo il prodotto — produttore/vitigno — anche la grande distribuzione può offrire qualità a costi vantaggiosi.

Sicuramente in Sardegna il sole e il mare la fanno da padroni, ma l'isola non offre solo questo, le giornate "marinare" in spiaggia e in barca possono venire alternate a visite a siti archeologici sia lungo la costa che all'interno. Ci sono feste tradizionali con balli, canti e musiche e sfilate in costume tradizionale, senza tralasciare le sagre dedicate all'enogastronomia ed all'artigianato che in particolare nel periodo estivo abbondano.

L'offerta enogastronomica è ampia ristoranti e agriturismi abbondano, nella scelta per esperienza personale preferisco farmi consigliare da qualcuno in loco. Evito i locali molto pubblicizzati dove a volte si può rimanere delusi, la miglior pubblicità è sempre il passaparola, fare qualche Km in più anche percorrendo polverose stradine di campagna può portare a maggiori soddisfazioni.

Le portate di un pranzo tipico solitamente prevedono come antipasto un misto di salumi — prosciutto, salsiccia — di maiale o cinghiale, olive, formaggio pecorino, a tal proposito segnalo la produzione biologica di Gianfranco Bussu di Macomer — Fiore Sardo dei Pastori, Presidio Slow Food — il tutto accompagnato da verdure fresche crude. Se vicini alla costa si può optare per un misto di frutti di mare e la conosciuta botarga di muggine. I primi piatti ed il pane hanno sempre come base la farina di semola di grano duro, malloreddus, fregola, culurgionis sono tra i più tipici primi. I Culurgionis d'Ogliatra pasta fresca ripiena di patate, formaggio e menta, hanno ottenuto il marchio I.G.P.. Tra i secondi a base di carne il maialino, il capretto allo spiedo aromatizzati dal mirto e la pecora bollita sono tipici, tutto sempre accompagnato da verdure fresche crude. In alternativa una grigliata di pesce. Chiudono il pasto i tipici dolci di mandorla e la Seada, un grosso raviolone tondo farcito di formaggio, fritto e guarnito con zucchero o miele, e per chi lo gradisce un liquore digestivo di mirto bianco o rosso o un  il tipico Filu e Ferru, acquavite di vinaccia.

In alternativa ai punti di ristoro è possibile, per chi decide di trascorrere le vacanze in appartamento, preparare qualcosa a casa durante la vacanza o una volta ritornati alla propria abitazione per rievocare le piacevoli giornate trascorse. Vorrei proporvi una ricetta nella quale tra gli ingredienti è presente il vino ma per i miei lettori di altri paesi potrebbe essere più difficiele reperire tutti gli ingredienti. Per esempio qui cucinano carne di cinghiale in salsa di vino o orate alla Vernaccia. Quindi ho scelto una ricetta con ingredienti più facilemente reperibili. Provate a cucinare i Malloreddus alla Campidanese i tipici gnocchetti sardi di semola, portiandoci facilmente un pò di Sardegna a tavola.

foto da Radioitaliana531
Occorrente:

              500 g. di Malloreddus
              150 g. di salsiccia fresca
              500 g. di passata di pomodoro
              1/2 bicchiere di olio EVO
              1 spicchio d'aglio
              1/2 cipolla
              5/6 foglie di basilico
              sale q.b.
              1 bustina di zafferano
              formaggio pecorino sardo grattuggiato

Procedimento: Rosolare la cipolla tritata finemente e l'aglio nell'olio evo, sgranare la salsiccia e a doratura della cipolla unirla al soffritto e far cuocere per 10 min. circa. Aggiungere il pomodoro, salare e se necessario correggere l'acidità con un pizzico di zucchero. Cuocere per 30 min. a fuoco moderato, dopodichè aggiungere lo zafferano stemperato in acqua tiepida e il basilico. Completate la cottura e nel frattempo cuocete i Malloreddus in abbondante acqua salata, una volta al dente versateli nel ragù di salsiccia e mantecate con il pecorino grattuggiato non troppo stagionato. Cannonau o Monica di Sardegna li accompagneranno egregiamente.

Personalmente preferisco la salsiccia con semi di finocchio, ed al ragù aggiungo dei funghi, anche quelli secchi fatti rinvenire vanno benissimo. Ma la ricetta originale non lo prevede.

La Sardegna è la seconda isola per stensione del Mar Mediterraneo, ricca di boschi, montagne, pianure è contornata da coste rocciose e spiagge per 1.987 Km. Negli ultimi anni anche l'nterno è stato preso in considerazione dal turismo, grazie alle numerose offerte di percorsi naturalistici e di trekking alla scoperta di luoghi incredibili come la gola di Gorroppu, per citarne uno, nel Supramonte.                     

Tra i vini Sardi alla Banca del vino di Pollenzo
Concludendo non limitiamoci a quanto ci viene proposto, chiediamo delle alternative per poter fare un confronto e per avere un panorama più vasto sulla potenziale offerta sia nel campo engastronomico sia in quello turistico. Se ci capita l'opportunità di poter acquistare prodotti tipici direttamente dai produttori approfittiamone e certamente non resteremo delusi.

E a proposito di delusioni mi auguro che la presenza dei vini sardi nelle manifestazioni enogastronomiche a livello nazionale sia nelle prossime edizioni più nutrita, permettendoci così di non limitarci ai soliti assaggi. In alternativa dovremmo organizzare più spesso una vacanza in Sardegna, o visitare la banca del vino di Pollenzo per avere un panorama più ampio sui vini sardi.

Come sempre se l'articolo vi è piaciuto mettete, se non l'avete ancora fatto, un "mi piace" sulla mia pagina F.B Wine Gastronomic Guide. Sarà per me il regalo più gradito.

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