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“Napule tre cose tene belle: ‘o mare, ‘o Vesuvio e ‘e sfujatelle”. Così
recita una targa apposta fuori di un
rinomato forno a Napoli.
Come avrete capito siamo a
Napoli! Città ricca di tradizioni gastronomiche tra queste sono presenti
tante delizie che sono diventate il simbolo dell’arte pasticcera napoletana.
Come guida enogastronomica dopo avervi
parlato del dolce simbolo dei partenopei – il babà – questa è la volta di parlarvi della
sfogliatella.
Tra i dolci della tradizione
napoletana la sfogliatella (o come si dice a Napoli “a sfujatèlla”) ricopre una
posizione d’eccellenza. Vanta radici antiche (1600) si racconta che sia nata in un monastero ad
Amalfi, grazie all’inventiva della monaca
cuoca che decise di utilizzare una rimanenza di semola cotta nel latte. Ci aggiunse frutta secca, uova,
ricotta e liquore di limone creando una farcia che racchiuse tra due dischi di
pasta, dandogli la forma del tipico cappello delle monache. Il dolce riscosse
un notevole successo e venne battezzato col nome del monastero – Santa Rosa.
Molti anni dopo questo dolce arrivò a Napoli grazie ad un oste, Pasquale Pintauro, che chissà in quale modo entrò in possesso della ricetta. Colpito dalla bontà della preparazione trasformò la sua bottega di via Toledo in pasticceria rielaborando la ricetta creando così la sfogliatella.
A differenza di altri dolci che sono tipici di un determinato periodo, la sfogliatella la possiamo trovare tutto l’anno in ogni bar, pasticceria ecc. della città. Devo confessare che al dolce preferisco il salato ma dopo il primo assaggio, la sfogliatella mangiata a Napoli, mi ha conquistato surclassando tutte quelle mangiate finora.
La sfogliatella la possiamo gustare nelle seguenti versioni:
la sfogliatella riccia: a forma di triangolo/conchiglia, ha la parte esterna di pasta sfoglia croccante sovrapposta a strati sottili e il ripieno è composto da semola, ricotta, canditi, latte, uova e zucchero.
la sfogliatella frolla: tonda, la parte esterna è fatta di morbida pasta frolla, il ripieno ha la medesima composizione della riccia.
la sfogliatella Santa Rosa: il dolce originale ha l’esterno di pasta frolla e un ripieno di crema pasticcera con l’aggiunta di amarene. Oggi la ricetta moderna la propone anche di pasta sfoglia.
la sfogliatella a coda d’aragosta: è una sfogliatella riccia molto più grande, la cui forma ricorda la coda dell’aragosta, viene farcita con panna, crema chantilly o cioccolata.
Come ponte enogastronomico tra Italia e Russia il progetto WGG vi stupirà anche in questo caso. La sfogliatella frolla esiste anche in Russia, e come in Italia molte delle ricette tradizionali, dolci o salate sono create e custodite da preti in monasteri. I sochni (plurale) non sono altro che l’equivalente della sfogliatella frolla. Un dolce molto vicino per gli ingredienti della pasta ma la farcia è meno ricca.
A questo punto qualcuno si chiederà: se non posso raggiungere Napoli per gustare una di queste delizie, la posso replicare a casa? Anche se si tratta di un dolce dal procedimento elaborato, in particolare per la “riccia” anche a casa possiamo cimentarci nella loro realizzazione. Aiutandoci con i rotoli di pasta sfoglia già pronti in vendita nei supermarket.
Li dividiamo in due o tre parti per il senso della lunghezza e li assottigliamo ulteriormente aiutandoci con una macchina per fare la pasta o il mattarello. Li avvolgiamo poi su se stessi spennellandoli con abbondante strutto fuso, formando un rotolo.
Una volta creato il “rotolo” lo lasciamo riposare i frigo per tutta la notte e il giorno seguente taglieremo dei dischi di un centimetro detti “tappi” con cui formare la conchiglia. Più semplice da dire che da fare, seguendo il link troverete la ricetta.
Se invece avete in programma una gita a Napoli non fatevi mancare questa prelibatezza, al mattino calda magari accompagnata da un buon caffè. Dove andare? Metto per primo l’Antico Forno Attanasio (dove all’esterno la targa ci ricorda le tre cose belle della città), perché li mi sono piaciute davvero e anche perché per chi arrivasse col treno essendo a due passi dalla stazione di piazza Garibaldi potrebbe essere la prima meta.
Altra possibilità la pasticceria Pintauro, in via Toledo quando vi concederete una passeggiata per la via dello shopping o Gambrinus dove in un atmosfera elegante potrete gustare un’ottima sfogliatella. Per ultimo ma non ultimo Scaturchio, nel centro storico della città.
Chiedere ai napoletani? Sicuramente vi daranno buoni consigli, ma vi avverto come per la pizza ognuno di loro ha il suo fornitore di fiducia, e l’elenco diventerà infinito.
Come si suol dire tutto il mondo è paese, di cose buone per fortuna c’è ne sono tante e tante ancora da scoprire. La caccia alle prelibatezze continua, seguitemi e ne vedrete delle “buone”.
Molti anni dopo questo dolce arrivò a Napoli grazie ad un oste, Pasquale Pintauro, che chissà in quale modo entrò in possesso della ricetta. Colpito dalla bontà della preparazione trasformò la sua bottega di via Toledo in pasticceria rielaborando la ricetta creando così la sfogliatella.
A differenza di altri dolci che sono tipici di un determinato periodo, la sfogliatella la possiamo trovare tutto l’anno in ogni bar, pasticceria ecc. della città. Devo confessare che al dolce preferisco il salato ma dopo il primo assaggio, la sfogliatella mangiata a Napoli, mi ha conquistato surclassando tutte quelle mangiate finora.
La sfogliatella la possiamo gustare nelle seguenti versioni:
la sfogliatella riccia: a forma di triangolo/conchiglia, ha la parte esterna di pasta sfoglia croccante sovrapposta a strati sottili e il ripieno è composto da semola, ricotta, canditi, latte, uova e zucchero.
la sfogliatella frolla: tonda, la parte esterna è fatta di morbida pasta frolla, il ripieno ha la medesima composizione della riccia.
la sfogliatella Santa Rosa: il dolce originale ha l’esterno di pasta frolla e un ripieno di crema pasticcera con l’aggiunta di amarene. Oggi la ricetta moderna la propone anche di pasta sfoglia.
la sfogliatella a coda d’aragosta: è una sfogliatella riccia molto più grande, la cui forma ricorda la coda dell’aragosta, viene farcita con panna, crema chantilly o cioccolata.
Come ponte enogastronomico tra Italia e Russia il progetto WGG vi stupirà anche in questo caso. La sfogliatella frolla esiste anche in Russia, e come in Italia molte delle ricette tradizionali, dolci o salate sono create e custodite da preti in monasteri. I sochni (plurale) non sono altro che l’equivalente della sfogliatella frolla. Un dolce molto vicino per gli ingredienti della pasta ma la farcia è meno ricca.
A questo punto qualcuno si chiederà: se non posso raggiungere Napoli per gustare una di queste delizie, la posso replicare a casa? Anche se si tratta di un dolce dal procedimento elaborato, in particolare per la “riccia” anche a casa possiamo cimentarci nella loro realizzazione. Aiutandoci con i rotoli di pasta sfoglia già pronti in vendita nei supermarket.
Li dividiamo in due o tre parti per il senso della lunghezza e li assottigliamo ulteriormente aiutandoci con una macchina per fare la pasta o il mattarello. Li avvolgiamo poi su se stessi spennellandoli con abbondante strutto fuso, formando un rotolo.
Una volta creato il “rotolo” lo lasciamo riposare i frigo per tutta la notte e il giorno seguente taglieremo dei dischi di un centimetro detti “tappi” con cui formare la conchiglia. Più semplice da dire che da fare, seguendo il link troverete la ricetta.
Se invece avete in programma una gita a Napoli non fatevi mancare questa prelibatezza, al mattino calda magari accompagnata da un buon caffè. Dove andare? Metto per primo l’Antico Forno Attanasio (dove all’esterno la targa ci ricorda le tre cose belle della città), perché li mi sono piaciute davvero e anche perché per chi arrivasse col treno essendo a due passi dalla stazione di piazza Garibaldi potrebbe essere la prima meta.
Altra possibilità la pasticceria Pintauro, in via Toledo quando vi concederete una passeggiata per la via dello shopping o Gambrinus dove in un atmosfera elegante potrete gustare un’ottima sfogliatella. Per ultimo ma non ultimo Scaturchio, nel centro storico della città.
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