Sushi dal forno a San-Pietroburgo |
Russian |
Pur essendo il simbolo della cucina nipponica il “Sushi” ha come punto di partenza la Cina. Secondo gli storici l'origine di questa preparazione risale al IV secolo, quando nel sud est asiatico era usanza conservare il pesce, dopo averlo eviscerato e salato, mettendolo nel riso cotto. La fermentazione acida che si creava permetteva di conservarlo anche per mesi, si consumava poi solo il pesce eliminando il riso. Questa tecnica è arrivata poi in Giappone, dove è stata rielaborata più volte fino ad ottenere l’attuale Sushi.
Non ero un grande amante di sushi finchè non l'ho assagiato a San-Pietroburgo (Russia). Mi hanno stupito i Roll caldi coperti da un'esotica salsa al formaggio, ma anche quelli tradizionali erano buonissimi. Vista la quantità, erroneamente, mi sono preoccupato per il conto, ma sono rimasto sorpreso per la seconda volta perchè la cifra è risultata modesta. Ho pensato: va bene, aspetto un paio d'ore - se il mio stomaco non mi da sorpese (il sushi è l'ultimo cibo col quale avrei voluto avere problemi durante un viagio all'estero) sarò veramente felice. Ma non quella sera e neanche la successiva la mia pancia non ha "detto" niente tranne "ne voglio ancora". Da allora quardo alle "susherie" italiane con una diversa attenzione. Per darvi un po' di coraggio vi racconto di questa interessante preparazione.
Da qui il nome, perchè in giapponese “Sushi” significa aspro, anche se poi mangiandolo di aspro, oggi, ha ben poco. Al di fuori del Giappone viene associato al pesce crudo, che invece è il “Sashimi”, carpaccio di pesce che solitamente viene accompagnato da sottili fettine di zenzero (marinate in aceto di riso e zucchero) che hanno la funzione di pulire la bocca e preparala ad un altro assaggio.
Il “Sushi” è una pietanza a base di riso aromatizzato con aceto di riso, zucchero e sale, al quale vengono solitamente abbinati pesce, verdure, frutta, uova ecc.. Cosa si abbina al riso può essere crudo o cotto, appoggiato sopra il riso o messo all’interno dello stesso e avvolto da una striscia di alga Nori. Viene accompagnato da salsa di soia, wasabi e zenzero.
Pietanza da gustare prima con gli occhi, in quanto i colori e la disposizione dei singoli bocconcini sono sempre armonici, equilibrati e ben studiati, successivamente col palato.
Se il pesce piace, e non si hanno problemi a mangiarlo anche crudo, una serata in stile giapponese è una bella esperienza e potremmo sbizzarrirci scegliendo tra Futomaki, Hosomaki, Nigiri, Gunkan, Uramaki e Temaki.
Come guida enogastronomica curiosando qua e la di Sushi ne ho assaggiati diversi, sia in Italia che all’estero e come sempre ho notato differenze dettate dal luogo in cui mi trovavo. Cioè il Sushi viene adattato ai gusti alimentari dei paesi in cui si è diffuso. Di conseguenza se mai avrò la possibilità di andare in Giappone so che non troverò certamente i “California Rolls” un tipo di Uramaki approdato anche da noi dagli U.S.A.
Nelle città italiane di ristoranti giapponesi c’è ne sono davvero tanti, scegliere non è facile. Dai divertenti locali con piatti che “scorrono” su di un apposito binario tra i tavoli, dando la possibilità ai commensali di servirsi di ciò che preferiscono stando comodamente seduti, passando dai “all you can eat” e arrivando ai più blasonati e decisamente più costosi ristoranti con menù alla carta.
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Dalla mia esperienza due persone per una pasto a base di Sushi possono mettere in preventivo da 20 a oltre 100 euro. Consiglio la via di mezzo, un “all you can eat” conosciuto, non a pranzo perché anche se il costo è inferiore il menù è limitato, dove possiamo divagare tra Sushi, Nighiri e Sashimi con una spesa di 50 euro bevande e dolce compreso.
Come esempio vi propongo due modelli diversi: uno il ristorante storico in centro Torino (Italia) che si chiama Arcadia e un locale di una nota catena (Mishi Mishi), diametralmente opposti tra loro.
Dai giapponesi non solo Sushi, non dimentichiamoci della magnifica “Tempura” di pesce, verdura o mista che sicuramente per la leggerezza della frittura vi stupirà. Ci sono posti dove tu paghi di più se lasci qualcosa nel piatto. Ecco come bisogna far rispettare il tuo lavoro - bravi i ristoratori orientali. Questa formula ”all you can eat” può soddisfare anche gli ingordi perche per una cifra prestabilita puoi ordinare una portata dopo l'altra finchè non dici "stop" alla cameriera. C'è un locale a Torino dove vado proprio per la sua tempura e a parte il sushi ne ordino sempre due-tre porzioni.
Una preparazione che chiedo quando vado a mangiare il Sushi è l' "Unagi Maki", un rotolino di riso "Maki" avvolto nell'alga Nori, con all'interno l'anguilla grigliata "Unagi" insaporita con salsa di soia. Se non lo conoscete provatelo.
Per chi ritiene di non fidarsi di questa tipologia di ristoratori, ne conosco molti purtroppo, l’arternativa è di preparare queste prelibatezze a casa. Evitando il pesce crudo in quanto richiede precise tecniche e modalità di preparazione non facili. Lasciamolo fare a chi è più esperto di noi.
Possiamo comunque usare carpacci di pesce già pronti, salmone affumicato, surimi, uova di quaglia, avocado ecc,. in questi casi la fantasia non ha limiti.
Il necessario lo possiamo trovare al supermercato, l’alga Nori, il tappettino di bambù, la salsa wasabi e di soia, lo zenzero, l’aceto di riso e i semi di soia. Come riso userei l’ ”Originario” o “Comune” (colloso e di forma tondeggiante).
Vediamo come fare
Si comincia dal riso lavandolo in acqua fredda finchè l’acqua rimane limpida, a risultato ottenuto lasciamolo riposare in acqua fredda per 15 minuti e dopodichè procediamo alla cottura.
Mettiamo il riso (500 g.) in una pentola larga e copriamolo con 600 ml. di acqua fredda. Mettere il coperchio e portare ad ebollizione senza mai togliere il coperchio e cuocere per 5 min.. Contimuare la cottura a fuoco medio per altri 8/10 minuti, spegnere e lasciare riposare per 10 min.
In un pentolino prepariamo il condimento con 150 ml. di aceto di riso, 60 g. di zucchero, 5 g. di sale. Scaldare a fuoco basso senza portare a bollore finche lo zucchero ed il sale si saranno disciolti completamente. Lasciamo intiepidire.
Barchetta di Sushi |
Ora versiamo il condimento sul riso, mescolando bene finchè i chicchi saranno lucidi e divisi. A riso freddo possiamo incomnciare a preparare il nostro Sushi utilizzando gli ingredienti che più ci piacciono.
Per i “Roll” mettiamo sulla stuoia di bambù un foglio di pellicola trasparente poi il riso o il foglio di alga a seconda di cosa vogliamo ottenere. Per i "Nigiri" formiamo una polpettina allungata di riso con la mano e adagiamoci sopra una fettina di carpaccio di pesce.
Divertendoci possiamo preparare una bella sorpresa ai nostri amici e famigliari con un pasto leggero e salutare. Cosa beviamo con il nostro Sushi? I giapponesi usano il te o il Sakè, io preferisco un Prosecco, magari di Valdobbiadene.
Buon Sushi e buon divertimento a tutti, e se volete fatemi sapere qual'è il piatto estivo che preferite.
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