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sabato 25 luglio 2020

La Grande Bellezza in Semplicità - il punto di forza della cucina italiana che a volte è difficile trovare | Великая красота и простота - пицца Маринара и Сардинайра

La nostra pizza di Savona
https://mondodivinoit.blogspot.com/2020/07/grande-bellezza-in-semplicita-punto-di.html#rus
Russian
Dalla pizza nella foto a sinistra è cominciata questa vicenda. L'abbiamo mangiata a Savona ed eravamo sicuri che il sapore cosi buono dato da una ricetta semplice (pomodoro, acciughe, olive o capperi) l'avremmo ritrovato facilmente anche a Torino. Quindi per una settimana siamo andati, per ripetere l'esperienza, nelle pizzerie più vicine a casa. Ma – che brutta sorpresa – niente si avvicinava alla prima assaggiata. Può essere che gli ingredienti non siano di qualità, abbiamo pensato, ma ok – il giorno seguente ripetiamo la stessa richiesta in un'altra pizzeria. Non credevamo che il nostro obiettivo divenisse proprio un'avventura. Non avremmo mai pensato che una pizza con solo tre ingredienti sarebbe stata così difficile da trovare e che anche le pizzerie conosciute non riuscissero a superare questo esame. 

Pizzerie nel nostro quartiere ce ne sono davvero tante, a memoria ne conto almeno undici, tra queste una buona parte con forno a legna e ad una distanza tale da poter portare a casa una pizza ancora calda. Sette prove, sette pizzerie (sette!) mi hanno aperto gli occhi su di un argomento del quale pensavo di sapere tutto e che niente avrebbe potuto sorprendermi.

Ecco la migliore per adesso
Decidiamo così di ordinare sempre e solo pizze da asporto. Alla richiesta di una pizza solo pomodoro, acciughe e capperi per alcuni è stata considerata un fuori menù, per altri una “Napoli” o una “Siciliana” e c’è chi ci ha detto “allora volete una Romana senza mozzarella”. Senza contare che in alcuni menù “Romana e Napoletana” sono equiparate, stessi ingredienti. In una sola pizzeria ci è stata proposta come pizza “Gourmet” o da buongustaio, in quanto le acciughe utilizzate erano quelle di Cetara, un eccellenza gastronomica del nostro bel paese. Sempre loro hanno messo la salsa di pomodoro abbondantemente invece gli altri ne hanno messo una spalmatina. Tutti hanno proposto un’aggiunta di olive che abbiamo accettato di buon grado.
 
Le pizze sono costate da € 5,00 a €7,50 cadauna – la gourmet con alici di Cetara e olive taggiasche. Spendere di più questa volta è stato giustificato dalla qualità e dalla grandezza. A parte la gourmet, che merita un discorso a se, le altre si sono dimostrate equivalenti. Quello che ci ha stupito di più è stato che in una conosciuta pizzeria la “modifica” della Romana (senza mozzarella) non ha comportato alcuna riduzione di prezzo. Nonostante sul menù ci fosse scritto che ogni ingrediente in più comportava la maggiorazione di € 1,00. E per la riduzione di un ingrediente non ci sarebbe dovuto spettare uno sconto? Tra le sette provate pur essendo tutte molto saporite solo una ci ha fatto alzare durante la notte per la sete. 

A questo punto però mi chiedo: i nomi e di conseguenza gli ingredienti che identificano le pizze non dovrebbero essere uguali in tutta l’Italia? La Marinara e la Margherita non cambiano, la nostra scelta perché cambia nome? Nel 2009 su richiesta del Parlamento Italiano l’Unione Europea ha concesso la denominazione di “STG” (Specialità Tradizionale Garantita) alla pizza, per salvaguardare la tradizionale pizza napoletana. In particolare per la Margherita e la Marinara. E le altre pizze?

La focaccia Sardenaira di casa mia che è solo Sardenaira
C’è chi ha inserito nel menù pizza la “Semplice” da cosa è composta? È praticamente una Margherita con la fogliolina di basilico in aggiunta. Boo, la fantasia in cucina e nel nominare i piatti ci sta, ma in casi come questo direi che è meglio evitare.

Al momento, viste le incertezze e le perplessità dei vari pizzaioli nell'esaudire la nostra voglia, abbiamo deciso che per avere una pizza pomodoro, acciughe e capperi è meglio rimboccarsi le maniche e prepararla noi a casa. L'impasto lo possiamo prendere anche già pronto, noi preferiamo quello con una pecentuale di farina di semola, e per il resto dei componenti libera scelta tra alici di Acetara o quelle liguri, magari di Monterosso.

Attenzione! la mia domanda è: NELLA VOSTRA CITTA' ANDATE INCONTRO ALLA MEDESIMA SITUAZIONE  O SOLO NOI SIAMO COSI' "FORTUNATI" A TORINO?

Regalo una cartolina ligure con l'autentica ricetta della Sardenaira all autore della risposta più interessante


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