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martedì 26 settembre 2023

CHEESE 2023 a Bra, Italy

Dopo tutto il tempo perso a causa del COVID, possiamo rincontrare i vecchi amici e fare nove conoscenze alla fiera internazionale del formaggio. CHEESE 2023 svolta a Bra dal 15 al 18 settembre. Per noi questa era la quarta vista (senza contare i passaggi a Terra madre, Salone del Gusto Slow Food), questa edizione è la 14' - quindi per noi nessuna aspettativa particolare. Ma avere pensieri del tipo "ma va! è sempre lo stesso" è un grande errore perché ogni volta c'è qualcosa che ti sorprende. Ecco perché questa volta scrivo solo di alcune "scoperte", tutto il resto ve lo raccontano le mie foto.
 

Direi che questa volta la nostra "pesca" è un po' modesta. Però fatta con grande curiosità, ci ha sodisfatti.

1. Cominciamo dalla delizia di tutti i tempi - il Gorgonzola!

Non so com'è potuto succedere che in precedenza non ci siamo accorti della crema di Gorgonzola aromatizzata al tartufo o allo champagne. Assaggiate come farcitura della "sbrodolona" una sorta di piadina o solo con lo stecco offerto dallo stand ci hanno convinto. Quella con il tartufo ci ha ricordato che siamo in autunno e quindi con la fiera del Tartufo di Alba alle porte.

Gorgonzola al tartufo...

...e allo champagne 

La Sbrodolona


Ad essere sincero devo aggiungere che la crema di gorgonzola al naturale servita in bicchierini da passeggio era una favola. I produttori "Gildo" con la loro alpicrema e i milanesi "La baita del formaggio" con i loro Bollcrem e Tartucrem sono stati senza dubbio i protagonisti della puntata dedicata al Gorgonzola.





2. Axridda (Escalaplano). Ricordatevi questo nome. Da assaggiare. Un formaggio di pecora molto antico tenuto in vita da Rino e suo padre (Cicitto per gli amici) nella cittadina di Escalaplano in  Sardegna. La particolarità dell'Axridda è che nella prima fase di stagionatura viene massaggiato con olio di lentischio per poi venire ricoperto con polvere di argilla (per non farlo asciugare troppo presto).

Axridda pecorino

L'azienda agricola Fossada ha vinto il premio "Resistenza casearia" di SlowFood Italia nel 2019. 5 ml di olio essenziale puro di lentischio costano €52 (€10.400 al litro), il lavoro di mettere l'argilla ecc ecc è inestimabile - quindi l'ho assaggiato con trepidazione.  Il gusto forte corrisponde al carattere dei produttori sardi con i quali è sempre un piacere dialogare e farveli conoscere.

Azienda Agicola Fossada

Attestato della vincita

Con Rino Farci


3. Come "Padre, Figlio e Spirito Santo" siamo sempre fedeli allo Spirito della Grande Sardegna Casearia. L'abbiamo scoperto nel 2014 quando alla Fiera di Terra Madre a Torino abbiamo conosciuto Anna e Gianfranco del Caseificio Bussu, che con i loro formaggi ci hanno incantato.

Anna e Gianfranco Bussu, Ollolai, Sardegna 

Vi confido una storia intima. Con mia moglie, anche se abbastanza golosi, non abbiamo l'abitudine di visitare il frigo di notte. Nessuno mai si svegliava per fame, ingordigia o altri motivi. L'unica volta che è capitato è stato quando mia zia ci ha mandato dalla Sardegna un pezzo di pecorino. Una mattina mia moglie mi ha confessato che per la prima volta nella vita non ha potuto resistere alla voglia di rosicchiare un pezzetto di quel formaggio prima di addormentarsi. Dal quel giorno io, come quel negoziante della favola russa "Fiore scarlatto"(per noi La Bella e la Bestia*), ho cercato chi coltiva quel "Fiore Sardo". Lo stesso gusto, il sapore autentico lo abbiamo trovato nello stand di Bussu.

Cannonau bianco

Caseificio Debbene Bussu e Wine Gastronomic Guide
Con Anna e Gianfranco Bussu

Crema di formaggio Bussu


 Il nostro "programma obbligatorio" - ricotta affumicata e "Fiore Sardo dei Pastori" stagionato e semi stagionato - questa volta è stato allietato da una degustazione di Cannonau vinificato in bianco e un barattolo che prima sempre si condivideva con la famiglia. Ora lo abbiamo tenuto gelosamente tutto per noi e... Mamma mia! Che buona questa crema di pecorino fuso! Sarà meglio la notte mettere un lucchetto al frigo altrimenti non resistiamo tutti e due.

4. La fiera ti da la possibilità di assaporare prodotti freschi e di ottima qualità e di avere a disposizione per alcuni giorni eccellenze casearie da tutto il mondo, con tanto di spiegazioni sulle tecniche di produzione e storia del prodotto. Fantastico! 

Passeggiavo tra le bancarelle come un bambino con il suo gelato, solo che sullo stecco avevo la mozzarella - mozzarella nella mortella del Cilento - nel cono un assortimento di formaggi e nella coppetta una crema di gorgonzola. Insolito ma allo stesso tempo piacevole.

Mozza nella Mortella Cilento

Cono da passeggio

Pallone di Gravina


Gildo formaggi - LC

Ospiti dalla Baviera

Az. Agricola Scarzello Renata


 Terre del Giarolo -  Montèbore

La Meiro Castelmagno

La Casera


Pecorino Romano Sardegna

Fomaggio ubriaco

Toma Brusca


5. Grandissima scelta, pecorini, caprini, vaccini, ma anche salumi, dolci ecc ecc. Si è tentati di assaggiare tutto quello che si vede e soprattutto quello che non si conosce. Anche se la tentazione è forte a qualcosa bisogna pur rinunciare, consolandosi col pensiero che ci sarà una prossima volta.

Caggiano - Summo

Basilicata

Cacioricotta di capra


6. Dov'è il formaggio lì anche trovi gli abbinamenti, dalle cipolle di Giarratana , confetture, agli aceti balsamici, senza contare mieli ed i vini, che la FISAR consiglia e presenta sempre egregiamente, A tal proposito saluto e ringrazio Maurizio Mazzucchetti che ci ha saputo consigliare e guidare in ottime degustazioni.

Cipolla Giarretana Sicilia

Castelmagno

Robiole di Capra Infog.


Abruzzo Salumi Caporale

Maurizio Mazzucchetti
FISAR Amarone

Marcello Isu
Alla prossima



Questa edizione è stata accompagnata dalla pioggia, ma anche se bagnati come pulcini siamo contenti per le nuove conoscenze fatte, per aver rivisto cari amici e per gli acquisti. Torniamo a casa soddisfatti, ripassando mentalmente le spiegazioni sentite e con un sorrisetto sotto i baffi come quello di un topolino che è riuscito a rubare un pezzetto di formaggio.

* La favola "Fiore Scarlatto" ha una lunga storia. Nel 1755 la favola francese "La Belle et la Bète" è sta tradotta in lingua russa da Hionia Gregorievna Demidova, figlia del proprietario degli stabilimenti degli urali Gregory Demidov.

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