Hola amigos! sembrava scherzassimo o almeno tutto è cominciato come uno scherzo, dicendoci che sarebbe stato utile che WGG allargasse i suoi orizzonti. Così abbiamo cominciato a sognare di andare oltre oceano, non che in Europa non ci sia più niente da scoprire — anzi, ma per dare un po' di aria fresca a noi e al nostro progetto.
Ricordate che nel 2016 sono rimasto sorpreso da un ristorante cubano a... San-Pietroburgo (Russia). Quindi mi ci sono voluti due anni e mezzo per prendere la decisione di andare con la mia metà (non con quella nella foto però) proprio a Cuba. Come un bel sogno che si realizza, dopo quasi ventiquattrore di viaggio, le parole che immaginavamo di sentire durante le nostre dissertazioni le udiamo veramente: "Hola amigos! Bienvenidos a Cuba!"
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Non preoccupatevi, di aereo sono "solo" undici ore, il resto lo abbiamo trascorso fra trasferimenti, attese e controlli nei vari aeroporti. Devo dire che la compagnia aerea scelta ci ha trattato bene, spezzando il lungo viaggio servendo spuntini e un buon pasto accompagnato da diverse bevande. Tra queste per chi gradiva anche un onesta barbera.
Sempre fedeli alla missione di Wine Gastronomic Guide, uniamo l'utile di una ricerca culinaria e il dilettevole di una vacanza rilassante. Cercando e assaggiando i piatti più tipici tra gli edifici d'epoca coloniale spagnola dell'Avana vecchia, evitando locali per soli turisti.
L'isola di Cuba non ha una grande tradizione gastronomica, i cubani stessi la definiscono l'isola delle tre P: Pollo, Puerco, Pescado (pollo, maiale, pesce). Che sono poi la base di una cucina semplice con influssi spagnoli, africani e caraibici. Chi di voi ha visto il film "Havana" con R. Redford, può ricordare una scena nella quale si parla di un famoso chef dell'Avana. La cucina cubana per facoltosi esiste ed è sempre esistita, noi parliamo di cucina nazionale.
Riso, legumi, platano, mais e patate accompagnano quasi tutto. I piatti più sostanziosi sono di carne, soprattutto maiale; il pesce c'è ma non è frequentissimo. Tutto dipende dagli approvvigionamenti, in quanto a Cuba gli scambi commerciali con gli altri paesi sono limitati.
A Cuba si può mangiare nei ristoranti di stato, nei "paladares" e nelle "case particular", riconoscibili da un cartello con due triangoli blu in campo bianco posto sulla porta. Nei ristoranti di proprietà dello stato non sempre si trova una buona cucina tradizionale. Nei "paladares" che sono case private adibite a ristorante, possiamo trovare una cucina casalinga tradizionale. Nelle "case particular" dove si affittano camere come in un B&B, su richiesta e avvisandoli con un congruo anticipo, ci possono preparare piatti della tradizione.
I prodotti usati sono quelli che reperiscono giornalmente al mercato e la cucina casalinga a volte è migliore di quella dei ristoranti. In queste case possiamo gustare l'autentico Ajiaco, una zuppa di carni miste, verdure e uova, speziata con pepe, paprika, cumino e aglio o i Tamales, mix di carni e verdure tritate e speziate avvolte in foglie di platano o pannocchia. Se reperibile anche del pesce che solitamente viene cucinato alla griglia o lessato.
Un piatto dal nome curioso, presente nelle case dei cubani, è il "Moros y Cristianos". Riso e fagioli neri insaporiti da cipolla, aglio e cumino, talvolta impreziosito da carne o pancetta. Il nome si riferisce alla storia coloniale spagnola, dove i mori sono rappresentati dai fagioli e i cristiani (i bianchi spagnoli) — dal riso. Lo stesso piatto preparato con fagioli rossi prende il nome di "Congri".
Altro piatto nazionale è il "Ropa Vieja", carne sfilacciata cucinata con pomodoro, aglio, peperoni e spezie, accompagnata come sempre da riso in bianco e platano fritto, creando così un piatto unico. Cugina stretta di questo piatto è la "Vaca Fritta", straccetti di manzo marinati in lime, aglio e sale fatti cuocere fino a renderli croccanti.
Non sempre è necessario andare in queste "case particular" per assoporare questi piatti. Se sarete fortunati i gestori del vostro hotel organizzeranno una serata cubana, come usa fare il nostro settimanalmente (di seguito le foto).
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Poichè ce ne hanno parlato molto bene e pare che sia un rito turistico consolidato, perchè non assaggiare la "lamgosta"? (aragosta). Per farlo, dopo esserci documentati su locali e costi, ci rechiamo in un piccolo centro abitato a pochi minuti a piedi sulla spiaggia dal nostro hotel, Guanabo.
Vino Cileno |
Un vino cileno ci ha accompagnato durante la serata, anche se decantato dal ristoratore niente di speciale. I vini a Cuba sono costosi e tra quelli provati, hotel incluso, nessun mi ha lasciato il desiderio di riprovarlo (meglio optare per una birra). Anzi bevendo questo vino cileno pensavo che il Tavernello, visto in una enoteca poco prima, avrebbe svolto meglio il suo compito.
A fine serata mi aspettava una sorpresa. Lo staff del ristorante, quando ha capito che il nostro progetto è italo-russo ci ha voluto salutare in russo. La loro generazione ricorda ancora alcune frasi in russo imparate a scuola. Che sorpresa!
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A proposito di "pescado" uno squisito pesce alla griglia, lo abbiamo gustato comodamente accomodati nel terrazzino di una di queste "case ristorante", godendoci il panorama della piazza sottostante, con il via vai di turisti indaffarati a cercare lo scatto più spettacolare da mostrare una volta a casa.
Passeggiando per la "Habana Veija", non si può fare a meno di rimanere affascinati dall'insieme architettonico rappresentato da costruzioni coloniali dal XVI al XIX secolo, purtroppo non tutte perfettamente conservate. Tuttavia in città c'è fermento, in attesa del 500° compleanno della capitale molti di questi edifici sono interessati da opere di restauro e conservazione.
Tra queste vie e piazze è facile imbattersi in personaggi stravaganti come "Mammacita" (la foto all' inizio) in "Plaza de la Cattedral", musicisti e ballerini su trampoli, venditori ambulanti di frutta e bevande, ma anche di passare accanto a locali storici come la "Bodeguita del Medio". Qui era solito fermarsi Hemingway per un mojito, difatti sopra il bancone del bar campeggia la scritta "Mi mojito in la bodeguita. Mi daiquiri in El Floridita".
Ansiosi di provare il mojito perfetto ordiniamo anche noi, quindi: "Dos mojitos por favor", dieci CUC (equivalenti a dieci dollari americani) spesi e... una grande delusione. Il cocktail com'è stato preparato in questo locale non ci è piaciuto, ne abbiamo bevuti di gran lunga migliori altrove. Probabilmente che sia tutta una trovata pubblicitaria ha del vero, perchè sembrerebbe che questo locale fino agli anni '50 avesse tutt'altra destinazionr d'uso. Alla bodeguita meglio andarci per assaporare qualche piatto tradizionale.
Restando in tema Hemingway passando davanti all'hotel "Ambos Mundo" dove al
quinto piano lo scrittore soggiornava nella stanza n. 511, ci dirigiamo
al "El Floridita".
Qui e tutto vero, siamo nella patria del daiquiri e qui lo scrittore ci
veniva per davvero. Per due daiquiri spendiamo dodici CUC, la qualità è
ottima. Lo sorseggiamo gustando delle "chicharritas de platano" a
disposizione sul bancone. La musica dal vivo, l'atmosfera allegra e
colorata ma allo stesso tempo pigra (alle tempistiche cubane ci si deve
abituare) ci regala un bellissimo ricordo da mettere in valigia.
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Cuba non è solo mojito, daiquiri, rum, pina colada, cuba libre, canchanchara e caipirissima. Anche succhi e frullati di ottima frutta fresca come il "batidos de guayaba" o il "guarapo", sciroppo di canna da zucchero generalmente venduto in strada, possono deliziare la nostra gola secca.
Ci ha messo appetito una lunga passeggiata alla ricerca dei luoghi legati a "El Che". Ritornando sui nostri passi ci fermiamo in "Muralla n. 151" all'angolo con "Plaza Vieja". Quì in un localino in stile anni '50, "La Vitrola" (giradischi) gustiamo buoni piatti bevendo una rinfrescante birra. Alle pareti foto, locandine di musicisti, vecchie radio, l'immancabile Hemingway e jukebox. Al soffitto appesi una bicicletta e oggetti di modernariato, sui tavoli come segnaposto dei vecchi LP in vinile. Siamo stati bene, pagando il giusto, con un servizio lento ma non troppo, assaporando l'atmosfera dell'Avana. Se vi capita andateci tranquillamente.
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Di preparazioni gastronomiche ne abbiamo viste diverse, di bevande altrettanto. Pur essendo considerata una cucina povera, quella cubana, a me non è dispiaciuta e sicuramente ha molti altri aspetti interessanti da scoprire.
A Cuba, purtroppo, non ci si va spesso. Meglio approfittare dell'occasione per vedere più cose possibili, cercando di capire lo stile di vita dei locali adeguandosi ai loro tempi e abitudini. I villaggi turistici sono belli e ci offrono ogni comodità, ma non conoscere cosa c'è al di fuori è una limitazione.
Si ritorna a casa, un ultimo saluto a questo cordiale popolo, un ultimo sguardo alle fantastiche auto americane degli anni '50 e all'azzurro mare. Una raccomandazione, chiedete sempre di vedere il menù con i prezzi, a volte il conto viene un po' "gonfiato". Comunque ci stà, anche qui da noi con i turisti qulcuno ha di queste "attenzioni" e dimenticatevi del vino.<
Sulla via del ritorno penso quale piatto replicare una volta a casa, e per non abbartermi troppo mi consolo pensando che probabilmente a pranzo potrò bere del vino degno di questo nome.
Anch'io ho sentito le stesse "voci" dell'Avana come l'autore di questo video. Per ciò le faccio sentire anche a voi.
Vi aspetto al la pagina del progetto su FB e vi ringrazio per i Like e l'attenzione.
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Traduzione in russo in arrivo
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